Rocco Chinnici, uomo giusto e senza paura

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Contava molto, Rocco Chinnici, sulla formazione di una coscienza civile e democratica. Era un uomo, come ebbe a scrivere il regista Pasquale Scimeca su L’Unità, un uomo giusto e senza paura. Erano le otto del mattino del 29 luglio del 1983, in via Pipitone Federico, al civico 63, nel centro di Palermo. Un’esplosione degna di Beirut e poi sull’asfalto i corpi senza vita del giudice Rocco Chinnici, degli uomini della sua scorta, Mario Trapassi e Eduardo Bartolotta, e del portiere del suo stabile Stefano Lisacchi.E sono sempre le parole di Scimeca che spiegano perché oggi noi tutti dobbiamo ricordare quest’uomo e il suo sacrificio e, personalmente, entrare a Sala d’Ercole e difendere i diritti di tutti. “E se vogliamo sapere veramente perché lo hanno ammazzato, perché poi hanno ammazzato i suoi ‘allievi’ Falcone e Borsellino, dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la società del nostro tempo, quel buco nero che ha inghiottito la coscienza civile della nostra nazione, la corruzione della classe politica, di quella economica, della burocrazia, e perché no, anche nell’intimo delle nostre coscienze.”