Micron: Presto un tavolo regionale per capire come saranno ricollocati tutti i 32 lavoratori, nessuno escluso

micron-624x300“Dobbiamo fare di tutto per scongiurare che qualcuno dei 32 lavoratori della Micron di Catania attualmente non ricollocati e a cui scadrà la Cassa Integrazione Straordinaria il 15 di dicembre rimanga escluso. Convocheremo al più presto un tavolo regionale prima della scadenza della CIGS”. Lo afferma la vicepresidente della Commissione Lavoro all’Ars Mariella Maggio in merito alla vicenda Micron di Catania.

Andrea Orlando: “Giustizia più veloce e mai più leggi ad personam”

Andrea-OrlandoFabrizio Roncone intervista Andrea Orlando, Style Magazine, 25 novembre 2014

Andrea Orlando è un ministro della Giustizia determinato e sicuro. Un politico esperto e prudente. Un uomo pignolo che sa essere gelido. L’intervista sta per finire ed è inevitabile chiedergli di quella volta che Matteo Renzi, con aria ironica, disse: «Orlando? Un po’ doroteo…». Lui allora alza lo sguardo e ti osserva senza che un solo muscolo del viso si contragga (forse, a essere attenti, si muove leggermente il sopracciglio destro). La riforma più complessa e importante del Paese è affidata a questo ex ragazzo della Fgci di La Spezia che, a 45 anni, ha una biografia importante: fu scoperto da Piero Fassino che nel 2003, all’epoca segretario diessino, lo volle nella sua direzione; Walter Veltroni lo nominò poi portavoce del neonato Pd; Pier Luigi Bersani lo spedì a fare il commissario nella palude napoletana; Enrico Letta gli affidò il ministero dell’Ambiente. Aneddotica scarsa: era nelle strade di Genova durante i tremendi giorni del G8, il taglio dei suoi abiti è impeccabile.
Iniziamo con questa domanda: può provare a spiegarci la riforma della giustizia al di là degli slogan e delle polemiche sulle ferie dei magistrati?
Vent’anni di battaglie campali su questa materia hanno fatto quasi del tutto perdere di vista le sacrosante esigenze dei cittadini e del sistema Italia di far funzionare il servizio giustizia, un bene comune. E un buon servizio, perché sia tale, ha bisogno di essere certo nelle sue regole e nel suo funzionamento. La filosofia alla base della riforma si muove da questa consapevolezza: serve una giustizia più veloce ed efficace. Il che significa, ad esempio nel civile, selezionare la domanda e specializzare la risposta. Risolvere quindi preventivamente i conflitti evitando che arrivino di fronte al giudice laddove non è necessario. Allo stesso tempo sappiamo che oltre a norme nuove servono risorse e investimenti nel personale e nell’informatica…
Responsabilità civile dei magistrati: l’Europa ci chiede di cambiare da anni…
L’Europa in verità ci dice che i cittadini italiani non sono tutelati da eventuali gravi errori che la magistratura compie nell’applicazione del diritto comunitario. Quello che dobbiamo chiederci noi è se lo siano per l’applicazione di quello interno. E mi pare di poter dire, a quasi 30 anni dal varo della legge Vassalli, che questo sistema di tutela non ha funzionato. Il punto di partenza è chiaro: come risarcire il cittadino per un grave errore e poi come corresponsabilizzare il magistrato che ha eventualmente causato questo errore, tutelando il principio dell’indipendenza della magistratura.
Palmiro Togliatti, ministro della Giustizia nel primo governo De Gasperi, subito dopo la guerra, varò indulto e amnistia: lei ha mai pensato a simili provvedimenti? Lo stesso presidente Napolitano chiese interventi di genere «togliattiano»… (va ricordato che Orlando fu tra i pochissimi, la scorsa estate, a partecipare alle celebrazioni per i 50 anni della morte del «Migliore» che si tennero al cimitero del Verano, nda).
L’amnistia di Togliatti servì a chiudere una guerra civile, oggi eventualmente servirebbe ad affrontare l’emergenza del sovraffollamento carcerario. Guardiamo i fatti. Dopo l’ultimo indulto del 2006, questo Paese si è trovato ad affrontare una drammatica emergenza di sovraffollamento carcerario, generato da leggi che hanno incrementato il ricorso al carcere come pena. Io non sono ideologicamente contrario a questi provvedimenti, ma mi chiedo se non sia il caso di affrontare le cause del sovraffollamento piuttosto che i suoi effetti.
Capisco, ma insisto: non crede che indulto e amnistia possano essere soluzioni concrete e rapide per il risolvere il dramma del sovraffollamento delle carceri?
La prima emergenza che ho affrontato è stata esattamente quella del sovraffollamento. Ricordo che a maggio sull’Italia pendeva il rischio di una pesante condanna, anche economica, della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Ci siamo messi al lavoro, abbiamo puntato sulle pene alternative, sugli accordi con le regioni per i detenuti tossicodipendenti, il Parlamento ci ha dato un grande aiuto approvando leggi che hanno permesso di allentare un eccessivo utilizzo della carcerazione. I primi effetti possiamo vederli: siamo passati da quasi 70 mila detenuti agli attuali 54 mila e la Corte di Strasburgo ci ha evitato l’onta della condanna. Questo ovviamente non significa che non ci sia ancora tantissimo lavoro da fare.
Il Pd, dal giustizialismo a volte sfrenato degli ultimi anni, è diventato garantista grazie ai mutamenti d’identità imposti da Matteo Renzi al partito?
Non direi che il Pd sia stato sfrenatamente giustizialista, il clima di contrapposizione costante, di assedio alla giurisdizione ha sicuramente ridotto gli spazi per il senso critico. L’ambizione di ridare centralità e autonomia alla politica, stimolata anche da Renzi, consente oggi un approccio nuovo: la giustizia come grande infrastruttura democratica piuttosto che come terreno di scontro.
Corruzione, piaga per l’Italia. La legge Severino deve essere modificata e in molti sollecitano una revisione della materia.
La legge Severino ha introdotto importanti novità nel campo della prevenzione alla corruzione, attività che ruota attorno all’Autorità Nazionale Anticorruzione oggi guidata da Raffaele Cantone. Si può discutere su come correggerla dopo la prova dei fatti, anche se al momento non c’è alcun progetto di modifica.
Torniamo alla riforma: per anni s’è detto che non si poteva mettere mano alla giustizia perché la presenza di Silvio Berlusconi avrebbe inquinato il dibattito. Eppure oggi Berlusconi ha assunto una nuova centralità. Quanto pesa il patto del Nazareno sui riformatori, ministro?
Le ricordo che la centralità di Berlusconi si è rafforzata anche a seguito della decisione di altre forze politiche di non partecipare al percorso delle riforme istituzionali…
Saranno modificate o abrogate le famose leggi ad personam volute dai governi Berlusconi? Ricorda? Falso in bilancio, legge ex Cirielli…
Il rafforzamento del reato del falso in bilancio è uno strumento necessario per rafforzare la lotta alla corruzione, dare trasparenza al mercato, contrastare le infiltrazioni criminali nell’economia. Per questo è stato associato a un nuovo reato, l’autoriciclaggio. L’ex Cirielli è già stata modificata in una parte significativa dal Parlamento lo scorso anno e noi prevediamo di rivedere i meccanismi di prescrizione.
Trattativa Stato-mafia: il presidente Napolitano costretto a subire un interrogatorio. Alcune procure fanno politica?
Nella mia veste di ministro della Giustizia mi sono ripromesso di non commentare mai un procedimento in corso o una sentenza, anche la più controversa per l’opinione pubblica come è recentemente successo nella dolorosa vicenda del caso Cucchi. Come cittadino, non posso che applaudire la levatura politica di Giorgio Napolitano che con grande umiltà e deferenza per le istituzioni ha scelto una condotta che ha replicato con i fatti a inaccettabili attacchi alla sua persona.
Lei, all’interno del Pd, apparteneva alla corrente dei cosiddetti Giovani Turchi, poi è diventato ministro: cosa pensa degli atteggiamenti di Renzi che, nei confronti della minoranza (bersaniani, dalemiani, cuperliani) è spesso sprezzante?
Renzi ha rotto molti schemi… In alcuni casi era necessario, in altri avrei forse modulato diversamente i toni.
Ultima domanda: lei, per carattere, sembra molto diverso dal premier. Timido, riservato, mite. Renzi la definì «un po’ doroteo». Come riuscite ad andare d’accordo?
Guardi, io sono meno mite di quello che sembro… Renzi comunque ha sempre rispettato il mio lavoro così come io ho sempre assicurato la massima collaborazione alla squadra di cui lui è il capitano. Si è enfatizzata molto quella battuta, che tale resta. Tanto più per uno come me, che non si vergogna di essere stato iscritto al Partito Comunista Italiano.

Le deputate Pd promuovano iniziativa legislativa che tuteli vittime indirette dei femminicidi

pd donnePer poche ore celebreremo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il motivo per riflettere sul fenomeno c’è ed è serissimo. Ogni due giorni in Italia una donna viene uccisa e il suo assassino è quasi sempre il partner o l’ex. Ma non c’è solo la morte. Esistono tanti tipi di violenza: quella psicologica che induce l’altro a fare ciò che si vuole; la violenza verbale che tenta di demolire la personalità dell’altro. Due tipi di violenza che purtroppo sfociano quasi sempre nella violenza fisica e – a volte – nell’omicidio. Perché si è scelto il 25 novembre per ricordare questa tematica è significativo e vale la pena ricordarlo.

Il 25 novembre del 1960 – nella Repubblica Dominicana – le tre sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare e condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze. Le donne vennero torturate e infine strangolate. I loro corpi vennero gettati in un precipizio, a bordo della loro auto. Si tentò di simulare un incidente. Le sorelle Mirabal erano impegnate a contrastare il regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.

Con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite designò quella data – il 25 novembre – come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

Oggi dunque non limitiamoci a dichiarazioni di circostanza e a frasi fatte. Ricordiamo anche col silenzio: ma che sia un silenzio costruttivo. Ogni giorno, non solo oggi, è utile per dire no alla violenza sulle donne e alla violenza in generale. Cominciamo dal cambiare atteggiamento e linguaggio. Cominciamo ad evitare di giustificare e trovare alibi. E poi facciamo qualcosa di concreto. Un esempio? In Italia, tra il 2000 e il 2013, il femminicidio ha trasformato in orfani 1500 ragazzi che spesso finiscono in un istituto o da parenti, senza ricevere un indennizzo. Una di loro, Nancy Mensa (di 19 anni), ha deciso di farsi loro portavoce e chiede una legge che li tuteli. Ecco: lancio un appello a tutte le deputate del Pd perché promuovano una iniziativa legislativa nazionale che tuteli le vittime indirette di questi delitti.

Piantiamo un alberello per festeggiare la natura e rendere più verdi le nostre citta!

maxresdefaultOggi è la Festa dell’Albero, alberelli aspettano che ognuno di noi ne pianti almeno uno per rendere le nostre città più verdi e vivibili. E’ una festa che si svolge proprio il giorno dopo l’anniversario della Dichiarazione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia per ribadire la necessità di salvaguardare i diritti dei bambini del mondo, primo fra tutti il diritto a crescere in un ambiente sano e accogliente. Io pianterò il mio alberello. Spero che oggi saremo in tanti a farlo.

Maria Grazia Cutuli: un esempio di giornalismo

cutuli_maria_grazia_NTredici anni come ieri moriva in Afghanistan Maria Grazia Cutuli mentre cercava di raggiungere la città di Kabul, appena liberata dai talebani. La sua missione era quella di raccontare la verità. Domani a Catania si premieranno giornalisti altrettanto impegnati e capaci di raccontare il mondo dalla parte degli “ultimi”, senza paraocchi. Il tuo ricordo, cronista coraggiosa, e il tuo esempio restano sempre vivi.

Lotta all’omofobia e al bullismo sia prioritaria nella scuola – di Aurelio Mancuso

Aurelio Mancuso, Cronache del Garantista, 18 novembre 2014
Che cosa succede nella scuola italiana da far pensare che sia in atto una vasta campagna d’incitamento all’odio ai danni delle persone omosessuali, dei ragazzi più esposti, percepiti più deboli? L’episodio di Perugia, dove un insegnante avrebbe insultato e poi aggredito uno studente utilizzando una frase del tipo «essere gay è una brutta malattia, vero?», dovrà essere pienamente verificato, anche perché le versioni dei due protagonisti divergono parecchio. A noi non tocca svolgere indagini e fornire giudizi perentori su un fatto così delicato, che se comprovato determinerà quasi certamente il licenziamento del docente. Osserviamo però con trepidazione la cronaca, la polemica politica, le intromissioni curiali che hanno come bersaglio il pluralismo e la funzione pubblica della scuola. Sta passando l’idea che debbano esser segnalate al vescovo di turno gli istituti colpevoli di occuparsi di educazione sessuale, di omofobia, di rispetto tra i generi, di conoscenza di sé. Una crociata cui la ministra all’Istruzione, Stefania Giannini non sa rispondere con fermezza, forse per incapacità politica e culturale, forse perché non si sente sostenuta da un governo in cui sono presenti esponenti dai valori e provenienze contrapposte: da Ivan Scalfarotto omosessuale dichiarato e impegnato sui temi dei diritti civili a Gabriele Toccafondi (suo) sottosegretario esponente di rilievo del cattolicesimo reazionario. Il Forum delle Famiglie ha pubblicato su Famiglia Cristiana un decalogo per i genitori che li sollecita a individuare se le scuole in cui hanno iscritto i figli siano governate dalla “teoria gender” la nuova ossessione che le gerarchie cattoliche agitano comprendendone solo loro il significato. Al grido di “contrastiamo le potenti lobby gay” i gruppi cattolici tradizionalisti si organizzano, sono sostenuti dall’Ncd e da pezzi consistenti di Forza Italia, nella completa ignavia del resto del panorama politico, che a sinistra non sa andare oltre le retoriche condanne. Si deve sapere che la questione vera non riguarda i gay, come sempre strumentalizzati dai politici e dai poteri forti italiani, ma la scuola italiana. Si vuole disarmarla, rendere docile, impaurire i già pochi insegnanti che portano avanti coraggiosi percorsi educativi e formativi di educazione alla salute, di riconoscimento dei conflitti emotivi e sociali. Mentre le iscrizioni alle scuole private retrocedono pesantemente, si cerca di colpire una delle istituzioni, che con tutti gli enormi problemi storici e le contro riforme che ha dovuto subire, continua a resistere, a essere un presidio dello Stato nei centri storici così come nelle desertificate periferie. Matteo Renzi ha fatto del sostegno alla scuola uno dei suoi elementi distintivi del programma di governo, è una novità assoluta e depone a suo favore, perché significa che comprende appieno che il futuro si gioca lì. C’è il rischio che pluriennali atteggiamenti conservativi della struttura del Miur e le pressioni esterne degli sparuti, ma ben finanziati, gruppi estremisti, insieme determinino l’insuccesso a quel cambiamento necessario su cui il presidente del Consiglio punta. Per questo lo sollecitiamo a guardare alla scuola oltre la pur necessaria ristrutturazione degli edifici e la stabilizzazione degli insegnanti e, di difenderne il ruolo costituzionale di baluardo della democrazia.

Rosalia Stadarelli al ballottaggio: Misilmeri, finalmente cambia!

stadarelliMisilmeri finalmente cambia, congratulazioni per il primato sugli altri candidati a sindaco e auguri per la campagna elettorale per il secondo turno all’amica Rosalia Stadarelli. E’ una giornata campale per un paese ‘massacrato’ da anni di commissariamento in seguito al terzo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose e dove la grande affermazione di Rosalia e delle sue liste è da leggere come un segnale verso la direzione di rinascita. E Misilmeri è un paese che con Rosalia sindaco, dopo gli anni di declino, ha ora la possibilità di rinascere davvero e di uscire dalla palude mettendo in mostra le sue doti. Fra l’altro Misilmeri finalmente ha la possibilità di essere amministrato da una donna, fatto sicuramente storico, se si pensa che l’unica volta che una donna ha ricoperto questa carica risale alla fine degli anni Ottanta. Due settimane, dunque, e poi a Misilmeri si torna al voto per decidere il futuro sindaco. Io sarò come sempre al fianco dell’amica Rosalia, che parla di temi concreti e dei grandi problemi della cittadina, che conosce bene, e della sua economia. Non possiamo fermarci ora. Ripartiamo da qui, da una Misilmeri che vuole guardare avanti e ricominciare a essere orgogliosa. Ripartiamo insieme, guardandoci negli occhi e ricaricandoci per la grande sfida del ballottaggio. Riprendiamo il cammino: con una attenzione particolare soprattutto a coloro che non sono andati a votare e che forse così hanno voluto dimostrare il disgusto e la disaffezione a una politica che non risponde ai problemi delle persone.

Maggio e Panepinto: Importante impegno e volontà di confronto della nostra corrente “Giovani turchi” schema vincente anche in Sicilia

mariella 2“Il modello nuovo, partecipato, e di coinvolgimento, della corrente dei “Giovani Turchi” del Pd, della quale siamo stati tra i “fondatori” in Sicilia, continua a dare i suoi frutti positivi al dialogo interno al partito e alla vita politica isolana. Nella due giorni della nostra corrente a Palermo al Grand Hotel Et Des Palmes – nella quale sono stati presenti sia Matteo Orfini, presidente nazionale dei democratici, sia il coordinatore nazionale di Rifare l’Italia Francesco Verducci che il segretario regionale democratico Fausto Raciti – si sta ragionando su tematiche importanti, quali ad esempio questa della visione dell’Europa attraverso il Mediterraneo non solo per cambiare ma per rivoluzionare lo schema eletto-elettore nel senso del dialogo aperto e della formazione politica su quelli che sono i punti nodali della realtà contemporanea e quindi gli agenti che possono sortire effetti tangibili. ‘Rifare l’Italia’ ci ha convinti diversi mesi fa proprio perché non è mero correntismo fatto di una sequela di leader, ma un ampio spazio di confronto su aree tematiche e culturali. Ben vengano dunque queste iniziative per comprendere meglio ruoli e strategie. Questo atteggiamento ha già dato i suoi frutti nel dibattito intenso che si è svolto negli ultimi mesi all’interno della maggioranza che sostiene il governatore siciliano portando, proprio per la nostra volontà al dialogo senza correnti in sfrenata lotta e lontani dagli individualismi, alla centralità degli obiettivi da raggiungere e al merito. Il prossimo passo è la strutturazione dell’area in Sicilia proprio per garantire il rapporto costante con le persone”. Lo affermano in una nota i parlamentari regionali del Pd Mariella Maggio e Giovanni Panepinto.

Siti culturali. Maggio: Ora mettere a frutto le ricchezze culturali e paesaggistiche siciliane

Museo_Archeologico_Regionale_Salinas_interno“Speriamo che questo accordo, sicuramente un passo in avanti che permetterà di non chiudere i siti culturali siciliani nei festivi, sia l’occasione per un cambiamento radicale nella visione del settore dei beni culturali, le cui potenzialità sono tuttora fondamentalmente inesplorate”. Lo afferma in una nota la parlamentare regionale del Pd Mariella Maggio in merito alla firma dell’intesa relativa al superamento del limite di un terzo dei festivi previsto dal contratto per il personale di vigilanza e fruizione dei siti culturali e dell’accordo per aperture prolungate e straordinarie dei siti. “E’ il momento – afferma Maggio – di non pensare più in termini di emergenza, ma di scommettere sulla pianificazione, in modo che la fruizione dei beni culturali non sia mero “sfruttamento” dei beni paesaggistici e museali ma ruoti attorno alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio: tutto ciò – prosegue il deputato regionale democratico – nell’ottica di una programmazione concordata con il settore del turismo, che deve portare, in sintonia con gli ambientalisti ma anche in sinergia costante con il circuito turistico internazionale, anche allo sviluppo di un indotto capace di gestire servizi aggiuntivi e quindi – conclude la vicepresidente della Commissione Cultura e Lavoro – che diventi occasione di lavoro”.

Trivellazioni. Milazzo e Maggio: Serve azione forte del governo regionale a tutela del suo territorio

detail-trivelle“Alla base di tutto ci sia la scelta di quello che noi immaginiamo possa essere il futuro sviluppo della nostra terra. Non credo che dall’estrazione di idrocarburi e dalla violazione dei territori possa nascere lo sviluppo”. Lo ha affermato, durante il suo intervento in Commissione Ambiente all’Ars, la parlamentare regionale democratica Antonella Milazzo, promotrice dell’odierna convocazione della Commissione stessa in merito al “rischio trivelle”. “Il Pd è per la tutela del nostro territorio; chiediamo – prosegue Milazzo – che vengano apportate le necessarie modifiche al dl 133, appena convertito in legge, partendo da una differenziazione dei territori. E’ necessario avviare una seria azione di tutela del nostro mare, e in particolar modo delle zone come quella, ad esempio, delle Isole Egadi, in cui vigono aree marine protette, ove persino l’ancoraggio è vietato, e dove quindi appare quanto mai insensata una ipotesi di sondaggio ai fini dell’estrazione di idrocarburi. Tutto ciò – continua la deputata del Pd – dovrà portare il governo regionale ad un’azione forte nei confronti del governo nazionale partendo dal recepimento della Convenzione di Barcellona del 2011, che riguarda la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento, e della Convenzione di Aarhus, volta a garantire ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente. I cittadini, infatti, devono poter esprimere un parere sull’idea di sviluppo che vogliono dare ai loro territori”.

“Un altro punto fondante è relativo alla scelta energetica contenuta nell’articolo 38 del decreto Sblocca Italia, con la concessione quarantennale che privilegia l’utilizzo del carburante fossile”. Lo ha detto la parlamentare del Pd Mariella Maggio nel suo intervento in commissione Ambiente -. Sollecitiamo, perciò, il governo regionale ad indicare, attraverso la realizzazione del piano energetico, un indirizzo che vada verso uno sviluppo sostenibile e verso la scelta delle fonti energetiche rinnovabili. Una scelta energetica che sia strumento di programmazione verso una nuova politica capace di attivare azioni di sviluppo che tengano conto degli ecosistemi specifici presenti e della salvaguardia del territorio e per la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storiche, gastronomiche. Ad esempio – conclude Maggio -, non possiamo non tener conto che il Mar Mediterraneo è un “cantiere archeologico” di una valenza enorme, a cui sarebbe delittuoso continuare ad attentare”.

“E’ necessario che il Pd siciliano si faccia promotore di un’azione forte nei confronti del governo nazionale, per ottenere in tempi brevissimi – concludono le due parlamentari democratiche – una nuova regolamentazione che non espropri il governo regionale delle prerogative della valutazione ambientale, a tutela del suo patrimonio naturalistico”.